LE ORIGINI - LA DEFINIZIONE DI RENATO SULLO ZERO

Zero: perché fin da bambino mi sono sentito ripetere che ero uno zero, una nullità e alla fine, quando dopo molti sforzi ho dimostrato di essere qualcuno, ormai mi ci ero affezionato;
Zero: per ripicca verso il mondo, perché questo numero non è un bel niente, non esiste ma è alla base di tutto, senza di lui non puoi fare i calcoli e poi è rotondo e quindi non ha inizio e non ha fine, come la luna, il sole, l’embrione, l’infinito;
Zero: come sfida, come simbolo, come entità ricorrente;
Zero: si scrive più facilmente e si pronuncia meglio. Tanto vuol dire la stessa cosa.
Zero: perché vuol dire tutto quello che vuoi… l’eterno, l’essere e il nulla; il passato che esiste solo nella nostra memoria. Il presente che si distrugge nell’attimo stesso in cui si realizza; il futuro che non è ancora;
Zero: l’infinitamente grande e piccolo, l’universo e l’atomo. Nessun sistema scientifico, matematico, filosofico esisterebbe senza questa non-entità: Zero!”.





1950

Renato Fiacchini in arte Renato Zero nasce a Roma in Via di Ripetta n.54. Figlio di Ada, casalinga e Domenico, poliziotto, si trasferirà ben presto in Via Fonte Buono, nel quartiere periferico della Montagnola.



1964

Al Ciak di Roma ottiene il suo primo contratto; la sua paga: 500 lire.



1965

Un’occasione di rilievo gli viene offerta dal coreografo statunitense Don Lurio che, dopo averlo notato tra la massa di giovanissimi che gremiva il Piper Club di Roma, lo inserisce nel corpo di ballo, i “collettoni” e le “collettine”, che accompagna le esibizioni di una celebre teen-idol del periodo, Rita Pavone, durante alcune storiche trasmissioni Rai del sabato sera; in questo gruppo di giovani ballerini Renato conosce Loredana Bertè stringendo presto una fraterna amicizia e facendo la conoscenza della sorella Mimì Bertè.




1966

Inizia a frequentare le persone dello spettacolo come ad esempio Gianni Boncompagni, Nicoletta Strambelli, Gianni Minà, Federico Fellini, Renzo Arbore, Fabrizio Zampa, Stefania Rotolo, Tito Schipa Jr, tanto per citarne alcune, ed entra a far parte della claque di svariate trasmissioni radiofoniche e televisive tra cui il "Bandiera Gialla" condotta proprio da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni.



1967

Incide il suo primo 45giri con la complicità di Gianni Boncompagni e Jimmy Fontana, entrambi co-autori del brano principale "Non basta sai". La canzone scelta come retro, "In mezzo ai guai", non è altro che la cover di un brano americano di grande successo dell’anno precedente (98.6), originariamente cantata da Keith. I due brani d'atmosfera tipicamente d'epoca passeranno completamente inosservati.



1968

Partecipa come comparsa al film “La Bambolona” continuando a scrivere brani che spera, quanto prima, di portare all'attenzione degli addetti ai lavori.



1969

Un’annata di grande fermento per il giovane Renato Zero che, appena diciannovenne, incide dei provini presso lo Studio 38 il cui proprietario è il discografico romano Vincenzo Micocci; fra questi vi sono "Deserto", "La solitudine", "Tu", "Si", oltre a due brani incisi nei primi mesi del 1970, "Macalena", ed in particolare "L'equilibrista", il primo brano in assoluto scritto da Renato nel 1965 e che pubblicherà per la prima volta solo nel 1991 con il live "Prometeo". Esordisce inoltre in qualità di autore per la cantante Wilma Goich, firmando il brano con il suo vero cognome: “Fiacchini”. Si trasferisce temporaneamente in Gran Bretagna dove avrà modo di collaborare con il gruppo dei Pirañas.